Innovazione nelle terapie del diabete mellito

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I POLIALCOLI ! Questi sconosciuti !

😐  😐  😐             Polialcoli                 😐  😐  😐

I polialcoli sono glucidi con molecola simile ai monosaccaridi, ma con una funzione ossidrilica al posto di quella aldeidica o chetonica.

Si trovano come tali solo nella frutta ( sorbitolo ) in piccola quantità, tuttavia sono utilizzati come dolcificanti in un numero sempre crescente di alimenti ipocalorici o acariogeni (caramelle, gomme da masticare) dato il loro limitato potere energetico.
Il metabolismo dei polialcoli è indipendente dall’insulina; sono quindi indicati nei diabetici. In seguito all’assunzione di queste sostanze, si può manifestare un effetto lassativo, riconducibile ad un effetto di tipo osmotico a livello intestinale.

Oltre, al sorbitolo, vengono utilizzati a questo scopo lactitolo, maltitolo, mannitolo, xilitolo (tutti derivati da processi di idrogenazione catalitica dei corrispondenti zuccheri precursori), polidestrosio (polimero del glucosio ottenuto per condensazione termica) e palatinit o isomalto (una miscela di a-(1->6) glicoso-sorbitolo e di a-(1->6) glicoso-mannitolo).

I disaccaridi lactitolo, maltitolo e isomalto sono idrolizzati solo in minima parte per azione delle glicosidasi intestinali.
L’assorbimento dei polialcoli in forma monomerica (mannitolo, sorbitolo, xilitolo) avviene per diffusione passiva, ma a velocità molto inferiore a quella del glucosio e del fruttosio.
Da ciò dipende, con ogni probabilità, il loro parziale malassorbimento, con il conseguente effetto lassativo se si superano i 20÷30 g/die (20 g al giorno per il mannitolo, 50 g per il sorbitolo e lo xilitolo il e 100 g per il maltitolo).

Ai polialcoli, secondo il D.L. 16 febbraio 1993 n°77 (G.U. n° 69, 24/3/1993) che regola l’etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, si attribuisce un valore calorico di 2,4 kcal/g.      🙂 🙂

D-sorbitolo: è un poliolo esoso presente nei frutti di molte Rosacee, in particolare nel Sorbus aucuparia (Sorbo degli uccellatori) e nel tallo di alcune alghe. Usi: Trova largo impiego nell’industria farmaceutica (ha proprietà colagoghe, blando lassativo) e agro-alimentare (dolcificante per diabetici); ma è cariogeno. Il sorbitolo ha un potere edulcorante inferiore al saccarosio e generalmente non viene utilizzato da solo, ma in associazione alla saccarina per mascherarne il retrogusto metallico. Essendo scarsamente assorbito dal tratto digerente, risulta ipocalorico pur avendo le stesse calorie per grammo del saccarosio. Come il mannitolo possiede una bassa cariogenicità e presenta effetti lassativi (alla dose di 50g/die). Non è stata fissata la DGA; tuttavia, per il suo effetto lassativo va utilizzato con moderazione.

Meso-xilitolo: ottenuto per idrogenazione del D-xilosio, ricavato da frustoli di mais, legno,paglia Usi: impiegato come edulcorante sostitutivo del saccarosio, senza eccedere perché può dare disturbi gastroenterici (meteorismo e diarrea). Non cariogeno, largamente impiegato nell’industria dolciaria. Lo xilitolo ha potere edulcorante pari a quello del saccarosio. Viene generalmente impiegato nella formulazione di prodotti per l’igiene e la salute dei denti, grazie alla completa acariogenicità.

D-mannitolo: si estrae dalla manna del frassino e dal tallo di alghe brune (Laminariales). Usi: Non è metabolizzabile, usato come colecistocinetico e lassativo e come dolcificante per diabetici. Il mannitolo, a causa dello scarso potere edulcorante, è generalmente utilizzato per lo più per gli effetti lassativi. E’ poco assorbito e l’effetto lassativo si manifesta con dosi di 10-20 g. La DGA è 50 mg/kg peso corporeo/die.

Ciclitoli: poli-idrossi-ciclo-alcani. L’inositolo è il più noto ed importante; esso è un alcol, ciclico, molto diffuso nell’organismo animale (va a formare certi fosfolipidi) e nei vegetali sotto forma di acido fitico, esterificato con 6 molecole di acido fosforico, forma una parte degli inclusi solidi vacuolari aleuronici. Usi: epatoprotettivo, riserva di fosforo.

Altre piante danno dolcificanti naturali, che vengono utilizzati al posto del saccarosio per cercare di prevenire e/o correggere stati patologici, quali la carie dentaria, il diabete mellito, la patologia cardiovascolare, il sovrappeso. La liquirizia, tanto per citare un esempio, contiene contiene un terpene (glicirrizina) con potere dolcificante fino a 100 volte superiore rispetto al normale zucchero da cucina. Questo forte edulcorante favorisce la ritenzione del sodio e dell’acqua nelle cellule animali riducendo di conseguenza la necessità di acqua da parte dell’organismo (proprietà ipertensive

Sorbitolo :  AMICO o NEMICO per i DIABETICI?  😦 😦 😦 😦

Il sorbitolo è un alcol a sei atomi di carbonio appartenente alla categoria dei polioli, quindi funzionalmente assimilabile ai comuni glucidi. Il sorbitolo trova ampio spazio in campo alimentare come dolcificante acariogeno ed ipocalorico; il suo potere edulcorante è infatti pari al 60% di quello dello zucchero, ma a parità di peso fornisce un 40% di calorie in meno (2,6 Kcal/g contro le 4 del saccarosio). Il sapore è fresco e piacevole, ma cosa ancor più importante è la capacità del sorbitolo di donare consistenza al prodotto, trattenendo l’umidità e migliorandone la conservazione (inibisce lo sviluppo di lieviti, muffe ed altri microrganismi).

Il sorbitolo è presente in natura in diversi tipi di frutta, soprattutto in  quella del sorbo (Sorbus spp.), da cui prende il nome. Tuttavia, a  livello industriale viene facilmente prodotto attraverso la riduzione del gruppo aldeidico del glucosio, come mostrato in figura. Il sorbitolo così ottenuto viene indirizzato soprattutto alla produzione  di caramelle e chewingum senza zucchero, prodotti dolciari in genere ed alimenti dietetici destinati a chi soffre di diabete. Il  sorbitolo viene infatti assorbito in modo parziale ed incompleto  dall’intestino, e non stimola la secrezione di insulina; la prima caratteristica, unitamente alla capacità di richiamare acqua  nell’intestino, ne spiega anche il marcato effetto lassativo quando assunto ad alte dosi. In soggetti predisposti, il sorbitolo può quindi aggravare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile, con comparsa di gonfiori e crampi addominali.

❗  ❗  ❗   In caso di iperglicemia, tipica dei pazienti diabetici, il sorbitolo ha la tendenza ad accumularsi all’interno delle cellule e ad uscirne con difficoltà; tutto ciò, considerata la sua capacità di trattenere acqua, può causare problemi di cataratte, renitinopatia e neuropatie periferiche. Oltre all’apporto alimentare, infatti, il sorbitolo viene normalmente sintetizzato dalle cellule a partire dal glucosio, per intervento dell’enzima aldoso reduttasi NADP-dipendente, nella cosiddetta via dei polioli, particolarmente attiva quando l’enzima glicolitico esochinasi viene saturato. In presenza di diabete, la conversione del glucosio in sorbitolo avviene a livello dei tessuti insulinoindipendenti, mentre nonostante l’iperglicemia le altre cellule dell’organismo soffrono per la carenza di glucosio, visto che lo zucchero non riesce ad entrare per mancanza di insulina. Una volta sintetizzato nella via dei polioli, il sorbitolo può essere convertito in fruttosio dalla sorbitolo deidrogenasi NAD-dipendente.

➡ Per quanto detto, considerati anche i possibili effetti indesiderati a livello enterico, il sorbitolo non è raccomandabile come sostituto dello zucchero nella dieta dei pazienti diabetici.

Il sorbitolo è anche un ingrediente comune di dentifrici, collutori e di alcuni cosmetici, a cui conferisce un aspetto morbido e pastoso. Come eccipiente, trova inoltre spazio nell’industria farmaceutica per le già citate proprietà igroscopiche e dolcificanti

FONTE : 

 

http://www.my-personaltrainer.it/polialcoli.html